Suvereto
Il sogno di un cavaliere
Suberetum, A.D. 1201
La battaglia è stata ardua, ma abbiamo vinto. Il mio esercito ha sconfitto questi diavoli di pirati saraceni sbarcati dal mare. Uccidevano la mia gente, devastavano il mio feudo, ma il leone rampante del mio vessillo, a sera, ruggiva vittorioso. Io ero ferito, però, e con la spada spezzata e lo spirito esausto, ho vagato per giorni nei boschi di Montioni finché son caduto quasi morto sulle sponde del Redigaffi, nella valle dei Molini, proprio dove le acque muovevano possenti opifici.
Un mugnaio, dopo avermi trovato e riportato alla vita, mi ha condotto al molino successivo, dove un fabbro ha forgiato per me una spada indistruttibile. Grato ai miei benefattori, ho cavalcato alla volta del borgo. Ho attraversato vigneti lucenti, uliveti, campi di grano biondi e ondeggianti. È stato allora che ho guardato quella mia terra con occhi nuovi. Tante volte l’avevo percorsa prima, ma solo allora la vedevo davvero.
Giunto alle mura turrite, con la bellezza ancora negli occhi ho varcato la Porticciola. I miei sudditi mi hanno portato in trionfo, come un eroe. Gente generosa, la mia, forte, indipendente. Memore di quanto ricevuto, ho concesso loro la Charta Libertatis, facendo di Suvereto il primo libero comune dell’Alta Maremma.
Io sono Ildebrandino VIII degli Aldobrandeschi, e del mio popolo sono orgoglioso. Per questa gente, lo confesso, mi farei uccidere altre mille e mille volte.
Profumi di macchia mediterranea e buon vino
Suvereto è un borgo sospeso fra tra mare e colline, immerso nei profumi della macchia mediterranea; Il toponimo deriva dalle piante del sughero un tempo diffuse. Ora ha piante di ulivi, contorti, dal tronco rugoso, ma centenari. Il borgo è uno scrigno a custodia del passato: le mura, le stradine lastricate, le case e le botteghe del colore della pietra locale, i coppi rossi e grigi, la rocca, le chiese, i palazzi storici.
Dall’antica torre del palazzo Comunale si chiamavano a raccolta gli Anziani per l’assemblea e, nel loggiato, si emettevano sentenze. Un tempo paese di fabbri, sugherai, falegnami, carbonai, impagliatori, conserva botteghe che lavorano seguendo la tradizione. Il passato torna vivo nelle feste del presente, nella memoria di fatti miracolosi, nella storia di Suvereto primo comune libero della Maremma.
Oltre alla storia, sono la natura e il lavoro a fare da protagonisti: nelle campagne, le aziende agricole producono un olio pregiato e un vino che ha ottenuto il riconoscimento DOGC. Il territorio è attraversato dalla Strada del Vino: numerose cantine, magari dall’architettura particolare, permettono un incontro con le sue sfumature. Nel Parco naturale di Montioni dalla fitta vegetazione autoctona, vivono specie selvatiche e si incontrano testimonianze di tempi lontani.
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Suvereto
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